Giovedì 29 giugno 2017 – Museo Archeologico di Napoli – ore 20
A cura di Agostino Di Scipio e Giancarlo Turaccio in collaborazione con il Conservatorio Alfredo Casella de l’Aquila e del Conservatorio Giuseppe Martucci di Salerno.
Sculture di suono – 4 installazioni sonore ispirate a 4 opere del Museo Archeologico di Napoli
SCULTURE DI SUONO è il titolo complessivo di una proposta musicale e d’arte sonora sviluppata nel corso del “LabElectronics 2017” dell’Associazione Scarlatti. Gli interventi hanno luogo negli ambienti del Museo Nazionale, in specifico rapporto con alcune delle antiche opere scultoree collocate nella cosiddetta Sala dei Tirannicidi e nella cosiddetta Sala del Toro Farnese:
Sala dei Tirannicidi Apollo citaredo in basalto M. Scamarcio
Gladiatori e Tirannicidi NapoliSoundscape
Urania C. Mallozzi
Sala del Toro Farnese Toro Farnese G. Turaccio/A. Di Scipio
performance musicale (29 giugno, ore 20.30)
L’evento di apertura è una performance musicale “itinerante”. Si inizia nella Sala dei Tirannicidi: a ciascuno dei tre gruppi marmorei prescelti è accostato uno strumento (voce femminile, clarinetto, violoncello), il cui intervento è composto ed orchestrato secondo il contrappunto determinato dallo spazio riverberante della sala, e secondo modalità esecutive in stretto rapporto coi materiali sonori delle tre opere installative. Ci si sposta poi nella Sala del Toro Farnese, dove gli strumenti si uniscono all’intricato tessuto del grande blocco marmoreo appunto del Toro Farnese. In entrambi i casi, la performance musicale lascia gradualmente il campo alle installazioni sonore, fruibili da quel momento in poi (e per i giorni successivi) in modo autonomo.
installazioni sonore (29 giugno – 10 luglio 2017)
Le installazioni proposte consistono in sonorità che “danno voce” agli antichi gruppi marmorei, sia richiamando i temi mitologici cui essi si riferiscono, sia assecondando criteri di design sonoro in relazione alla particolare acustica delle sale del Museo in cui sono collocati. I tre interventi nella Sala Tirannicidi sono stati pensati come una singola opera collettiva, in cui ciascuno degli artisti propone specifici materiali (linee sonore, eventi sonori puntiformi, voci ed ambienti esterni), destinati però a convivere in contrappunto attraverso i fenomeni di riverberazione acustica della sala. L’intervento sul Toro Farnese segue criteri analoghi, e si misura con la complessità compositiva di quel particolare gruppo marmoreo, peraltro ricavato da un unico enorme blocco di marmo.